La prima volta che venne in Italia fu un lupo ad accompagnare per un po’ il suo cammino lungo la penisola. Non riusciva a capire perché quell’animale le stesse accanto, quasi incollato ai piedi, nonostante cercasse ripetutamente di scrollarselo di dosso. Lo capì solo più tardi, quando le spiegarono che si stava avvicinando alla città eterna, i cui fondatori furono nutriti dal latte di una lupa. Fu soltanto dopo che ebbe reso omaggio agli antenati, agli spiriti e ai santi che proteggevano la capitale che il lupo si allontanò, tornando a percorrere la sua pista.
Mentre racconta questo episodio, Nadia ha quasi un’espressione assente. Guarda spesso verso la luce, scrutando le nuvole bianche che avvolgono l’altopiano del Tretto. Il suo sguardo sembra, o meglio è rapito da un mondo sottile, parallelo, popolato da innumerevoli creature.
Ogni tanto alza il palmo della mano, lo rivolge verso il cielo e subito dopo lo ritrae, consultandolo come un tablet. E’ una sorta di sms divino che arriva direttamente dagli spiriti della montagna, che le danno le istruzioni su cosa fare. Lei è Nadia Stepanova,presidente degli sciamani della Repubblica di Buriazia, situata lungo la costa orientale del Lago Baikal, in Siberia. Una donna coraggiosa che ha saputo sfidare il regime sovietico, rivelando pubblicamente la sua pratica “clandestina” di sciamanesimo, a lungo proibita nella repubblica russa. L’altopiano del Tretto, ai piedi del Summano e del Novegno, è la prima tappa di una serie di seminari sullo sciamanesimo che terrà in Italia durante questa primavera del 2013. Quando rivela le sue “visioni” ha un’espressione quasi corrucciata: ma è solo un modo per dare forza alle sue parole, affinché tutto quello che dice venga preso con la massima serietà.
Nella realtà è una donna piena di dolce sensibilità e capace di una forte autoironia, come quando racconta di aver fatto ubriacare santa Caterina da Siena, offrendole della vodka durante uno dei suoi primi riti in Italia.Si può essere scettici di fronte alle credenze, alle pratiche tradizionali, allo stile di vita di questa antica forma di pensiero che abbraccia trasversalmente tutte le religioni, ma non si può non condividere quelle che sono le sue principali “rivelazioni”, incentrate sul profondo rispetto di questo nostro pianeta e delle sue creature: dagli animali agli alberi, dall’acqua alle pietre. Dalla profonda connessione che esiste tra il nostro vivere, e quindi il nostro benessere e i nostri mali, e il modo che abbiamo di rapportarci alla Madre Terra, per arrivare a individuare in ogni nostro più piccolo gesto una sorta di collegamento tra il mondo reale e il mondo invisibile, il più delle volte ignorato. Come sciamana, Nadia diventa un ponte tra questi due mondi paralleli, permettendo ad una primordiale conoscenza della Natura di riaffiorare attraverso l’osservazione, l’ascolto e i rituali, recuperando innanzitutto quell’antico rispetto che abbiamo sacrificato in nome del progresso. Un cammino di consapevolezza che diventa un vero e proprio percorso di guarigione spirituale prima e fisica poi, dove il risultato è una maggiore armonia con se stessi e il mondo circostante. Nei giorni in cui è rimasta ospite della nostra terra, Nadia ha più volte avvertito la forza delle montagne, o degli spiriti che le popolano, ed è innegabile, per chiunque abbia avuto l’occasione di percorrerne i sentieri, che qualcosa di magico esista, nascosto tra i boschi, i corsi d’acqua e le rocce, e si riveli soltanto a chi sappia davvero mettersi silenziosamente in ascolto, traendone immediato beneficio. Se un lupo è stato la prima creatura del mondo parallelo ad accogliere Nadia nel suo primo viaggio in Italia, altri lupi hanno festeggiato il suo arrivo ai piedi del Novegno, antica terra di lupi, a cominciare dall’esemplare che veglia la meridiana di contrà Proveste e che alla falce della luna calante spuntata dal profilo del Summano ha rivolto il suo silenzioso ululato. Una forma di ringraziamento per chi ha saputo farci guardare oltre ciò che è visibile agli occhi, facendoci intuire l’immensa forza di un universo che costantemente ci ruota attorno e che è pronto a venire in nostro aiuto se solo abbiamo l’umiltà di accogliere i suoi doni.
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