Un violoncello nella nebbia

La mia prima ospite ufficiale è giunta in un tardo pomeriggio di pioggia, mentre il Maggiociondolo era avvolto dalla nebbia e dalle prime ombre lunghe della notte.

Ulrike è arrivata con il suo violoncello a tracolla e il suo sorriso emozionato mi ha fatto capire che si sentiva nel posto giusto.


Mentre preparavo il dolce per la colazione del giorno seguente si è seduta al piano e, attratta dagli spartiti lasciati sul leggìo, ha iniziato a suonare le musiche di David Lanz.

Devo confessare che in quel momento mi sembrava che il cerchio si chiudesse. Tutto il lavoro fatto fino ad allora sembrava che stesse già portando i suoi frutti. Possibile? Davvero avevo avuto questa fortuna? E poi come c’era arrivata una violoncellista dell’orchestra radiofonica di Stoccarda qui da me?

Nei giorni seguenti c’è stato uno equo scambio tra di noi: al mattino le suggerivo dei percorsi a piedi e le raccontavo i nomi dei fiori, le storie di questo paese, delle genti, degli animali e degli alberi. Poi lei, al pomeriggio, prendeva il suo violoncello e provava i pezzi che avrebbe dovuto suonare di lì a poco a Salisburgo, dove era attesa per un concerto.

Nonostante il clima avverso, il sole non ha mai smesso di brillare al Maggiociondolo e il sabato mattina, mentre si preparava al viaggio verso Salisburgo, Ulrike mi promette, senza che io le abbia accennato nulla, che vuole tornare. Ma non tornerà da sola. Vuole fare un concerto qui, nel “salone delle feste” del Maggiociondolo insieme al suo quartetto. E’ un regalo, dice. Per ringraziare della serenità e dell’armonia che ha trovato qui. “Anche tu ti sei presa la Maggiociondolite” rispondo io, porgendole la pianticella di lampone che pianterà sul terrazzo di casa.

Ci siamo salutati sapendo che era solo un arrivederci e non un addio.

Ulrike, la mia prima ospite: http://www.le-musiche.com/

Aprile 2012

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